Groupama-FDJ, Thibaut Pinot: “Lottare per la vittoria è quello che fa per me. Ma non penso sia una vergogna essere in squadra se Gaudu va a podio o vince il Tour”
Thibaut Pinot racconta la sua bella azione di ieri e le prospettive per il futuro dopo due anni tormentati dai problemi fisici
Thibaut Pinot mostra tutta la sua voglia di tornare grande al termine del Tour des Alpes Maritimes et du Var 2022. Il corridore della Groupama-FDJ ha infatti chiuso in terza posizione l’ultima frazione della corsa a tappe francese, dopo essere stato l’ultimo a rimanere in compagnia di Nairo Quintana, poi vincitore della tappa e anche della classifica finale. Un’azione che dà fiducia al corridore francese, reduce da due anni difficili, con dei problemi fisici a minarne continuamente il rendimento. Lo stesso classe ’90 ha quindi spiegato di voler tornare a lottare per la vittoria, ma di aver passato momenti difficili anche nelle ultime settimane.
“Stamattina non ero molto fiducioso dopo la giornata di ieri – ha spiegato dopo la tappa ai microfoni di DirectVelo – Ci ho rimuginato tutta la sera ieri. […] Alla fine mi sono mancate delle energie per seguire Nairo, ma sono contento della mia giornata. Avevo voglia! Sono delle tappe adatte a me e non sopporto di farmi staccare come è successo ieri. Sono dei momenti difficili per me, quindi volevo fare bene, senza farmi troppi calcoli e dando tutto. Se avessi dato meno nella fuga iniziale, il risultato finale sarebbe stato diverso. Avevo dato troppo e poi lui è talmente aerodinamico rispetto a me che anche stando a ruota dovevo forzare. Lui conosceva la discesa, abita da queste parti. Con appena un po’ di freschezza in più, sarebbe stata un’altra storia”.
Il trentunenne è consapevole che la strada da fare per tornare al suo livello è ancora lunga, ma si mostra molto motivato: “Ci sono alti e bassi. Dopo Bessèges ho avuto delle brutte giornate in allenamento e non capivo perché. Un giorno posso stare molto bene e poi quello successivo di nuovo male. Vedremo come sarà il resto della stagione, ma questa tappa mi conforta, perché avevo fatto belle tappe e non capivo perché ero così indietro nei risultati. Non vado in bici per farmi staccare come ieri. Voglio dimostrarlo alle persone e soprattutto a me stesso. Non ho voglia di perdere tempo a vivacchiare in gruppo o a farmi staccare. Non è per me. Lottare per la vittoria è quello che fa per me. Non ho voglia di rivivere la stessa stagione dello scorso anno”.
Il vincitore del Lombardia 2018, però, è anche consapevole che se i risultati non dovessero arrivare, il suo ruolo all’interno del team potrebbe essere ridimensionato, ma sembra accettarlo di buon grado: “Voglio essere un capitano. Ieri (quando si era staccato – ndr) mi sono passate molte cose per la testa. Poi, se Gaudu è in grado di andare a podio o di vincere il Tour, allora non credo sia una vergogna essere compagno di squadra di uno che vince il Tour. Che sia David o un altro. Se c’è uno più forte di me, è normale che sono a disposizione. Se vogliamo diventare una grande squadra, c’è bisogno di più capitani e di concorrenza interna. Se vogliamo fare uno step in più, dobbiamo passare anche da questo. Da quando sono passato pro ho sempre detto che io non sono un leader assoluto. Ora che la squadra si sta ingrandendo, c’è voglia di continuare collettivamente”.
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